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ARTICOLO |
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Mandanici.
Il matrimonio che unisce due giovani sposi è sempre un momento di grande
emozione; non importa con quale
rito esso venga celebrato, l’importante
è credere fermamente in quel giuramento, in quel patto d’amore, che suggella per sempre l’appartenenza di due
persone. E’ quanto si sono
promessi Antonino Bucolo, da Falcone ME) e Carmen Stratenia Vrinceanu,
rumena di Bacau, nel matrimonio di rito greco-ortodosso, celebrato
l’altro ieri presso il
Monastero della SS. Annunziata di Badia in Mandanici. Le
nozze sono state celebrate da padre Nilos Vatopedinos, il quale ha ricordato
agli sposi, come il rito degli “sponsali” non è uno spettacolo e
neanche un’avventura ma una ricca realtà interiore da vivere
all’interno della coppia. Questo, è il primo matrimonio di rito greco
ortodosso celebrato nel monastero di Mandanici dal giorno della sua
inaugurazione, avvenuta il 31/10 del 2005. Nella Sicilia Bizantina, il
matrimonio ortodosso, è stato per secoli, praticato dai siciliani. Secondo
l’usanza, il rito ha inizio
con lo scambio degli anelli tra
i fidanzati; un gesto
che vincola i promessi
sposi alla fedeltà. Segue il
rito della celebrazione vera e propria del
Sacramento, che si rifà allo schema della “Liturgia Eucaristica”. Tra
il matrimonio cattolico
e quello di rito greco-ortodosso, non c’è
alcuna differenza, se non nell’esecuzione di alcuni gesti esterni.
Il momento dello scambio degli anelli per il rito cattolico, viene infatti
sostituito con lo scambio di una corona che il sacerdote poggia in testa
agli sposi dichiarando l’uno, servo dell’altro. Segue la “Danza
del Profeta Isaia”, un girotondo che sposi,
testimoni e sacerdoti,
tenendosi per mano, eseguono attorno
al tavolo dell’altare, posto al centro della chiesa.
Melina
Scarcella
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